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La storia

Di Ludovico Bertozzi

Come sia iniziata l’avventura di “Inventa il Vento” è semplice da raccontare: mi ero avvicinato all’aquilonismo nell’estate del 1990, e per i primi anni avevo interpretato l’aquilone soltanto come oggetto in movimento, con due cavi. Dopo aver costruito una notevole serie di aquiloni acrobatici basandomi sulle sole fotografie delle riviste americane, mi avevano incuriosito gli articoli che parlavano dei raduni invernali di volo indoor. Per la gara di Castiglione del Lago del 1996, con altri amici di Milano avevamo costruito dei modelli molto leggeri, utilizzando vela da 32 grammi, ricavata dagli scarti della vicina veleria, progetto ricavato dal libro SkyWorks. Fortuna volle che nel momento del mio volo in gara non ci fosse quasi vento e riuscii ad aggiudicarmi la manche.

Ma fu durante la cena di gala del festival che feci il primo incontro con il volo indoor: David Brittain, all’interno del tendone del ristorante si mise a volare un Revolution all’interno, senza vento, con cavi cortissimi e con una maestria invidiabile. Lo stesso anno l’incontro con un Isis (progetto del campione francese Pierre Marzin) che mi prestò il gruppo dei Fuxia Team a Sottomarina di Chioggia e con un Millennium di un amico milanese appassionato di buggy, mi avevano dato poi la possibilità di realizzarne una copia di ciascuno, sempre dai miei famosi scarti di veleria; e così un sabato pomeriggio d’autunno mi presentai alla palestra del mio paese, chiedendo al gestore la possibilità di utilizzare la struttura per.. far volare un aquilone. Dopo le ovvie occhiate interrogative (ma questo è matto?), finalmente ottenni il permesso di utilizzare la palestra per fare indoor; fu abbastanza facile, iniziò a venire qualche amico e nello stesso anno con la formazione del club Settimo Cielo, (del quale faceva allora parte anche Maiocchi futuro campione europeo) mi venne la grande idea.

Proposi al gruppo di realizzare una giornata di volo indoor a Basiglio, dove abitavo; provai a coinvolgere il Comune, cercai uno sponsor per pagare le spese di affitto del palazzetto, il noleggio dell’impianto audio, le spese SIAE, e come spesso capita mi ritrovai da solo sia ad organizzare la giornata che a pagare le spese.

La passione per gli aquiloni ormai da alcuni anni mi aveva portato a costruire i miei primi statici e a viaggiare per il mondo per farli volare; una impresa di questo genere non poteva certo fermarmi; e dopo un inizio tranquillo, il nome di Inventa il Vento trovò il modo di raggiungere addirittura le tre tappe del 1999-2000, con Vicenza, San Lazzaro e Basiglio; con due nomi che presero negli anni il sopravvento su tutti nelle due specialità; e con l’idea di creare non solo una giornata di gare di volo acrobatico indoor, ma anche e soprattutto uno spettacolo per tutti, che fosse capace di combinare sport e animazione, in grado di stupire e far divertire grandi e piccini. Io non partecipai mai alle gare ma inizia la mia carriera di speaker.

Inventa il Vento, inteso come campionato, finì nel 2002 in parte per mancanza di piloti e poi per la difficoltà di far crescere uno sport di difficile comprensione in quanto non di massa.

Per me fu sicuramente uno degli stimoli che mi aiutarono a trovare negli anni successivi il mio personale modo di interpretare questa passione, ora condivisa con Jayne e diventata parte della nostra vita e del nostro lavoro.

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